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lunedì 29 ottobre 2018

Alghero - Fine Prima Guerra Mondiale

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5 novembre 1918
La notizia dell'armistizio è arrivata in città e il sindaco Carmine Dupré si affretta ad esprimere la gioia di Alghero al generale Diaz.

Ecco la minuta del telegramma inviato.
(Archivio Storico Alghero)




Si noti come la parola saluta sia stata sostituita da acclama che evidentemente è più adatta alla circostanza.


Martedì 12 novembre il Prefetto di Sassari riceve un telegramma del generalissimo Diaz che annunzia: «Il tricolore sventola sul castello del Buon Consiglio e su la torre di san Giusto. Le truppe hanno occupato Trento e sono sbarcate a Trieste, i cavalleggeri sono entrati in Udine».

A mezzogiorno la notizia si è sparsa per tutte le vie e i vicoli di Alghero e il Vescovo Francesco D'Errico ordina che le campane delle chiese suonino a festa con il loro rapic a ball (rintocco a ballo). Inoltre organizza un corteo che si snoderà per la città con il tricolore, la musica e discorsi patriottici.
Invita quindi il Sindaco  e il Consiglio Comunale alla cerimonia che si svolgerà nella cattedrale domenica 17 novembre alle ore 16 per rendere grazie a Dio con un solenne Te Deum. La chiesa viene addobbata come per le più importanti feste, e vi è dovizia di bandiere e di epigrafi per celebrare lo straordinario evento reso possibile «grazie alle preghiere indette dal Santo Padre ed innalzate al trono di Dio dai fedeli, le s. comunioni dei bambini ed il santo sacrificio della messa, il 29 giugno 1918 celebrate da quasi tutti i sacerdoti secondo le intenzioni del sommo pontefice Benedetto XV».
Nel giugno 1918 si era combattuta una grande battaglia che D'Annunzio ha definito "Battaglia del Solstizio" ed è per questo scontro che nelle chiese si erano celebrate le messe.
La cronaca continua così:
«La domenica successiva, 24 novembre, con a capo Mons. Vescovo si andò in pellegrinaggio a Valverde, per ringraziare la Vergine benedetta della grazia ottenuta».

 ASDA Fondo Capitolo, Notizie antiche e cronache, 1.3.5. Repertorio di notizie riguardanti la città di Alghero dal 1855 in appresso, pp 129

Purtroppo, mentre la popolazione viene coinvolta in questi festeggiamenti, si registrano numerosi decessi a causa della pandemia di spagnola, arrivata in città alla fine dell'estate 1918. I morti causati dalle complicazioni dell'influenza sono stati più di un centinaio (almeno 130) tra l'autunno 1918 e i primi mesi del 1919. E proprio a causa del contagio vi sono rigorose limitazioni agli affollamenti e alla frequentazione di luoghi pubblici. Ma la gioia per la fine di quell'incubo durato per troppo tempo è tanta, che si dimenticano quelle regole imposte dalle autorità sanitarie*.

*Cento anni fa l'epidemia di spagnola, di Giovanna Tilocca,  http://www.storiedialghero.it

Il 19 novembre 1918 il sindaco Carmine Dupré apre una sottoscrizione per la neonata Fondazione Brigata Sassari che si propone di offrire assistenza agli orfani dei caduti e ai soldati mutilati.
Egli conclude il suo proclama con il seguente appello:

«Concittadini!
È dovere di tutti di concorrere a favore della  Fondazione Brigata Sassari, di concorrere ognuno in proporzione delle proprie sostanze. Il debito che abbiamo verso i nostri soldati è incalcolabile e qualsiasi sacrifizio noi faremo sarà nulla in confronto ai disagi da essi sofferti. 
Proprietari, professionisti, industriali, artisti (artigiani), operai, pastori, pescivendoli, pescatori, negozianti, contadini, esonerati, siate generosi nell'offrire il vostro obolo a favore di sì nobile e patriottica istituzione».
(Archivio Storico Comunale Alghero, 940/12/31)


I NUMERI DELLA GRANDE GUERRA


Nel periodo bellico sono morti almeno 150 soldati algheresi e 46 residenti ad Alghero ma nati in altri centri sardi. La loro età media era di circa 28 anni. 
Il tributo maggiore di morti è del 1918 con 61 deceduti.


Nella tabella si possono visualizzare le proporzioni tra le varie cause di morte dei nostri soldati. Per sei di loro non si è potuto risalire alla causa della morte in quanto non specificata (Non spec.).
Nel biennio 1918-19 si registrano 39 morti per malattia. Quasi tutti sono vittime della spagnola che ha aggravato il già pesante bilancio di caduti in guerra. L'influenza ha avuto esiti mortali in numerosi casi di contagio nelle truppe malnutrite e stremate da anni di malsana vita di trincea.
Si conoscono storie di famiglie che attendevano il ritorno di un familiare dal fronte a guerra ultimata e che preparavano grandi festeggiamenti per quell'evento che poneva fine ad un interminabile periodo di lontananza e di ristrettezze. Ma quel reduce non poté mai prendere la nave per tornare alla sua terra perché, colto da febbri altissime, era stato ricoverato in un ospedale militare da campo e lì aveva concluso i suoi giorni lontano da tutto e da tutti, stroncato da una semplice influenza. In quella terra avrebbe avuto la sepoltura e i suoi cari non avrebbero neppure potuto dargli l'estremo saluto. Sua figlia, che allora aveva cinque anni, non avrebbe più dimenticato quelle ceste e canestri colmi di dolci profumati nascosti sotto il letto, pronti per festeggiare quell'atteso ritorno. Ma la festa si era trasformata in tragedia e lei non avrebbe più rivisto suo padre.
Delle guerre emergono le battaglie, gli eroismi, le vittorie, le sconfitte, ma la devastazione che producono nella vita delle persone non viene messa in conto.
La celebrazione di questo centenario può portarci a conoscere meglio quell'antico evento per avvicinarci alla quotidianità dei soldati e delle loro famiglie con semplicità, e senza alcuna retorica.

Dati elaborati con gli elenchi pubblicati nel sito www.albodorograndeguerra.it confrontati con 
Raffaele Sari Bozzolo, Vicini cent'anni, 2015

Vorrei ora precisare un dettaglio sul conteggio delle perdite in guerra.
Sembra che il Italia siano morti circa 650 mila soldati a causa del conflitto. 
Si dice inoltre che in Italia ci sono state 400 mila vittime della pandemia*. Sembrerebbe dunque che ci sia stato circa un milione di morti fra guerra e influenza. Ma in realtà numerosi deceduti a causa della spagnola erano militari per cui non è corretto fare la somma delle due cifre poiché si rischia di contare due volte una stessa persona e nel nostro caso i numeri sono molto alti.

*http://www.treccani.it/enciclopedia/influenza-spagnola_(Dizionario-di-Medicina)/



TARGHE PER LA VITTORIA 

Ben presto arriva al Comune di Alghero la proposta di acquisto di una targa commemorativa. Tra i documenti dell'Archivio Storico si trovano alcun stampati della Fonderia Corinthia di Roma.




Bozzetto della targa che raffigura la Vittoria sollevante il simbolico Fascio Romano, e la Gloria alata che sparge allori. A destra gli stemmi di Trento e Trieste.

La targa si poteva ordinare presso la Fonderia Artistica Corinthia di Roma in tre dimensioni.
Tipo A - cm. 76 x 47    - £. 360
Tipo B - cm. 1,15 x 75 - £ 700
Tipo Monumentale - cm. 1,80 x 1,15 - £ 1.200

Secondo quanto si afferma, le targhe, che contengono "l'ultimo epico bollettino di guerra, che resterà nei secoli come il documento più alto e possente della nostra vittoria e come la magnifica sintesi dell'ultima guerra per l'indipendenza d'Italia", sono state fuse con il bronzo tolto al nemico.
Il Municipio di Roma ha già decretato di affiggere una simile targa sul sacro Colle Capitolino e la Fonderia si augura che quell'esempio sia seguito da coloro che sentono vivo l'amore di Patria e il culto per coloro che la vollero grande e indipendente.
Non sappiamo se anche il Municipio di Alghero si dotò di tale targa ed eventualmente quale dimensione scelse.
 Giovanna Tilocca


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