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venerdì 1 novembre 2019

Storia e tradizioni di Alghero e della Sardegna


Vista l'emergenza Corona Virus propongo gruppi di lettura on line sull'epidemia di Spagnola ad Alghero. 

Chi è interessato può contattare la e-mail tilgio@virgilio.it per ricevere notizie sull'argomento.


BIBLIOTECA SAN MICHELE

GRUPPI DI LETTURA DI STORIA E TRADIZIONI
DI ALGHERO E DELLA SARDEGNA




Alghero ha una lunga e affascinante storia che ancora oggi respiriamo attraversando i vicoli e le piazze, entrando nelle chiese e nelle vecchie case. Solo alcune lapidi offrono scarne notizie a chi vorrebbe saperne di più e desidera avere altre informazioni.




Nella Biblioteca San Michele si organizzano gruppi che approfondiranno la
 conoscenza della storia del territorio algherese e sardo attraverso letture di libri scelti tra la ricca bibliografia che tocca tutti gli aspetti  della nostra città e della Sardegna.

Le notizie tratte dalle pubblicazioni saranno completate da documenti d'archivio che consentiranno di scendere
nel dettaglio delle famiglie e del loro albero genealogico
a partire almeno dal 1700.

Gli incontri saranno quindicinali e, nei limiti del possibile,
si cercherà di concordare giorni ed ore col gruppo.


Info: Biblioteca San Michele
        tilgio@virgilio.it



Teniamo sempre presente che dietro ogni informazione che ci arriva dal passato della nostra città ci sono persone che sono state per un breve o lungo periodo gli abitanti di Alghero. Condividiamo con loro gli spazi, le abitazioni, le chiese, le strade, il territorio. Li sentiamo pulsare della loro antica vita e solo con questa consapevolezza possiamo trarre utilità dal conoscere remoti eventi destinati altrimenti a ritornare nell’oblio dal quale sono stati provvisoriamente tratti.




domenica 14 luglio 2019

Alghero-Cognomi 2019

Si sta costituendo un gruppo per le ricerche genealogiche in Sardegna. Gli aderenti riceveranno documenti da centri sardi e in cambio daranno i documenti del proprio luogo di residenza. Sono personalmente disponibile ad inviare per e-mail le foto di documenti degli archivi di Alghero. Chi vuole partecipare agli scambi potrà inviare una e-mail a tilgio@virgilio.it


Elenco di cognomi attualmente presenti ad Alghero. 
Le notizie sono ricavate dai Quinque Libri dell'Archivio Storico Diocesano di Alghero e si riferiscono al primo atto trovato con il cognome della seconda colonna. Possono dunque essere sostituite quando si trovano documenti antecedenti quelli già riportati.
Ho precisato "Ingresso nel Novecento" per quei cognomi che non fanno parte del mio archivio di cognomi rilevati negli Archivi o non elencati da Marina Sechi Nuvole nella sua opera L'estate del colera. Di molti so che l'arrivo è legato ad insegnanti che provenivano dal meridione d'Italia, spesso dalla Sicilia. I cognomi emiliani sono da riportare all'epoca dell'Ente Ferrarese di Bonifica degli anni Trenta, e quelli Friulani e Triestini risalgono al momento in cui sono giunti i profughi della Seconda  Guerra Mondiale.
Per ingresso recente si intende dal 2000 in poi. Il gran numero di nuovi arrivati ci induce a pensare che Alghero costituisce ancora oggi un importante  polo di attrazione per sardi, italiani e anche stranieri.
Ho considerato sardi i cognomi riportati da Pittau, tranne qualcuno proveniente dalla Corsica, come Alivesi. 
Ho confrontato i presenti cognomi con l'elenco (riportato da Mauro Maxia) dei residenti nel 1354 che sono stati cacciati da Alghero e li ho segnalati volta per volta. 

COGNOMI SARDI E NON

La mia prima rilevazione del 2000 si basava su 647 cognomi elencati ed avevo rilevato che 362 erano risultati sardi, il 55,95%, 268 provenivano da altre regioni italiane, il 42,41%, e 15 arrivavano da altre nazioni. Di due non ero riuscita a capire la provenienza. 
Il 31 ottobre 2023 ho fatto il conteggio su 866 cognomi e ho ottenuto dei dati leggermente differenti.
Su 866 cognomi 450 sono risultati sardi (il 51,6%), 391 provengono dal resto dell'Italia (il 45,15%) e 25 sono stranieri (il 2,88%).
Devo precisare che i miei dati riguardano la parte più anziana della popolazione. Si vede facilmente come si stia assottigliando il dato sardo a favore di quello italiano e straniero. 

TABELLA DELLE PROVENIENZE





Per i cognomi sardi: M. Pittau, I Cognomi della Sardegna, 1990.
Per i cognomi corsi: M. Maxia, I Corsi in Sardegna, 2006.
Le notizie seguite da un asterisco * sono tratte da L'estate del colera di Marina Sechi Nuvole, Edicions de l'Alguer, 2019.
Le notizie seguite da un ^ sono tratte da La Grande Guerra di Antonio Budruni, Edicions de l'Alguer, 2019.
Alcune notizie sono tratte dal sito https://it.geneanet.org/cognomi che pubblica la diffusione dei cognomi dalle origini ai nostri giorni in tutto il mondo. Si basa su documenti e quindi è rigoroso e attendibile. 
La diffusione è tratta dal sito cognomix.it/mappe-dei-cognomi-italiani/












AGGIORNATO AL 31 OTTOBRE 2023

La ricerca sui cognomi porta alcune riflessioni.

Si nota come con il passare del tempo anche i cognomi cambiano. Molti spariscono e se ne presentano altri nuovi. Quelli sardi sono più duraturi e hanno attraversato i secoli dal medioevo ad oggi.  Quasi tutti i cognomi arrivati dall'esterno nel Settecento e nell'Ottocento si sono estinti nel Novecento o si stanno esaurendo. 

Tra i cognomi più presenti ad Alghero, secondo il mio criterio di ricerca, troviamo in ordine decrescente:
Piras, Sanna, Meloni, Mura, Manca, Serra, Nieddu, Chessa, Carboni, Salis, Fois, Caria e Canu.

Come si può notare i cognomi più rappresentati sono tutti sardi. Naturalmente sto soltanto considerando la quantità. Tra i cognomi non sardi o non solo sardi, quelli più rappresentati sono Martinez, Camerada, Alfonso, Arca e Caneo.

I cognomi del mio elenco presenti anche tra gli Algheresi espulsi nel 1354 sono i seguenti:
Calvia, Carboni, Carta, Cherchi, Delogu, Delrio, Demartis, Dettori, Falchi, Fancellu, Fara, Manca, Manus, Marongiu, Marras, Masala, Murgia, Nurra, Pala, Piga, Pinna, Porcu, Saba, Scanu, Sechi, Serra, Soggiu, Solinas.

Queste considerazioni non si basano su dati scientifici ma sono soltanto osservazioni che vanno sempre e comunque sottoposte a verifica.


Per altre informazioni: e-mail - tilgio@virgilio.it

giovedì 20 giugno 2019

Strafalcioni algheresi


La paglia marina


In questo post troverete gli strafalcioni dell'algherese visto che qualcuno, per il desiderio di scrivere la lingua "colta" catalana, non si fa scrupolo di straziare l'algherese, una lingua che già sta morendo di suo. Ma la sua morte deve avvenire tra mille tormenti, grazie all'accanimento terapeutico della lingua catalana sua lontana antenata.


Mi chiedo se i Catalani hanno intuito che l'algherese ha un valore inestimabile ed è un bene prezioso che va tutelato così come è, perché la sua importanza risiede proprio nella sua specificità unica e irripetibile. Avrebbero dovuto essere grati di aver trovato ad Alghero ciò che oggi viene definito patrimonio culturale immateriale e avrebbero dovuto far di tutto per rispettarlo nello stato in cui lo hanno trovato. Come si può anche solo pensare di cancellare secoli di storia che hanno modellato la nostra parlata nel corso del tempo dandole una fisionomia speciale e caratteristica che è alla base di pensieri, sentimenti, emozioni degli algheresi? Hanno ingabbiato la nostra lingua dentro altrui regole che la avviliscono e la rendono estranea a noi stessi. È un'operazione a dir poco sciagurata che, unita al naturale abbandono da parte delle nuove generazioni porterà ad un amaro epilogo. 

Oggi ho trovato scritto sul Web la parola rondelle. Tutti noi sappiamo che cosa sono le rondelle ma chi lo ha scritto credeva di scrivere rondalla, cioè rundaglia, cioè favola, racconto.


Lu Qualté in fase di restauro


Ormai sento spesso parlare de lo Quarter, visto che pochi sanno che è lu Qualté, e naturalmente ognuno ripete ciò che legge nei cartelli indicatori.

E che dire della Dragonada? Chi riuscirebbe a leggere Dragunara, visto che il cartello dice: Dragonada?

Vogliamo parlare di Cravellet? I "colti" che hanno allestito il cartello di indicazione della strada hanno scritto Via Cravellet, ma la corretta scrittura catalana è Clavellet. Ovvio comunque che nessuno legge Cravagliet, come sarebbe giusto fare.

CONTINUA...

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martedì 28 maggio 2019

Grazie a Salvini torneremo a importare tegole?



Nel periodo nuragico la ceramica sarda, lavorata a colombino, era di fattura raffinata, originale, e artistica. 



Tutto questo si è perso in seguito a oppressive dominazioni che hanno sistematicamente distrutto la produttività e l'inventiva dei Sardi.
Secondo quanto afferma Alberto della Marmora i Sardi dell'Ottocento non erano autonomi neppure per la produzione del vasellame più comune.

 Egli riporta che nell'Isola si produceva vasellame grossolano in quantità assolutamente insufficiente al fabbisogno, per cui ci si riforniva, anche per gli utensili meno raffinati, da Napoli e dalla riviera di Genova. Le tegole per i tetti arrivavano da Genova e da Marsiglia, pur avendo la Sardegna abbondante materia prima per la loro produzione1. Certo i produttori e i mercanti delle coste tirreniche potevano contare su una fonte sicura di reddito, ma tutto ciò andava a danno degli abitanti dell'Isola che erano costretti a comprare ciò che ormai non erano più in grado di realizzare. Evidentemente questa situazione era alimentata dal potere politico che lucrava sulla inattività dell'Isola.

Oggi la ceramica sarda ha raggiunto alti livelli artistici molto apprezzati dovunque, segno che l'arretratezza dell'Isola non era assolutamente da imputare alla scarsa capacità tecnica e imprenditoriale dei Sardi, ma era figlia di una politica miope e repressiva tesa a distruggere l'economia dei vari territori e ad impedire l'utilizzo delle risorse locali.





La mia riflessione è che se nel paese si portano avanti politiche divisive le quali, anziché valorizzare le risorse dei singoli territori, pensano a fare il conto della serva, torneremo ai periodi bui, che si sono protratti fino al Settecento e all'Ottocento, quando le regioni periferiche erano tenute in soggezione economica per poterle sfruttare meglio a vantaggio dei territori più vicini ai centri del potere.

 Costretti a procedere per questo triste percorso imposto, come sempre, da chi pensa soltanto a far prosperare l'orticello di casa propria, torneremo dunque a comprare le tegole e quant'altro, mentre l'arte, la creatività, la sapienza faticosamente riconquistate dai Sardi saranno di nuovo sepolte sotto cumuli di divieti a crescere.
 Grazie, Italia!

1 A. della Marmora, Viaggio nell'Isola di Sardegna, Vol I, 1839, Ristampa Edizioni della Fondazione il Nuraghe, Cagliari, 1926, p.354.


Le immagini sono pubblicate nel sito:

https://it.images.search.yahoo.com/search/images?p=ceramica+nuragica+sardara&fr=mcafee&imgurl=https%3A%2F%2Fwww.sardegna.com%2Fit%2Fblog%2Fwp-content%2Fuploads%2F2010%2F11%2FCeramiche-artistiche-Sardegna1-500x375.jpg#id=341&iurl=https%3A%2F%2Fi.pinimg.com%2F736x%2F66%2F24%2Fef%2F6624ef69a0a7e7926746cd55642e2942.jpg&action=close


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mercoledì 27 marzo 2019

Genealogie Garibaldi

Si sta costituendo un gruppo per le ricerche genealogiche in Sardegna. Gli aderenti riceveranno documenti da centri sardi e in cambio daranno i documenti del proprio luogo di residenza. Sono personalmente disponibile ad inviare per e-mail le foto di documenti degli archivi di Alghero. Chi vuole partecipare agli scambi potrà inviare una e-mail a tilgio@virgilio.it

CHIUNQUE VOLESSE UTILIZZARE LE NOTIZIE E I DATI QUI PUBBLICATI (ANCORA IN VIA DI ELABORAZIONE) IN CONFERENZE, STUDI, PUBBLICAZIONI, E' GENTILMENTE INVITATO A INDICARNE L'INDIRIZZO WEB E L'AUTRICE.


Le famiglie Garibaldi, con le più varie trasformazioni del cognome, arrivano ad Alghero fin dal 1600 o forse anche prima. Nell'Archivio Diocesano di Alghero possiamo trovare alcuni documenti che testimoniano la loro presenza. 
Inizialmente, come quasi tutti gli immigrati, preferiscono scegliere mariti e mogli tra gli altri immigrati.
Le abbreviazioni usate sono:
PP = padrini
n. = nato
m. = morto
Il punto di domanda segnala la difficoltà di leggere un nome o una data, oppure dubbi sulla data. Quando non ho trovato l'atto di matrimonio, ho indicato come data possibile delle nozze l'anno precedente la nascita del primo figlio trovato. In quei casi la data del matrimonio è seguita da un punto interrogativo.

Ho trovato due atti di battesimo dei figli di Sebastiano Galibardu e di Maria. Il documento dice che  la chica Dominiga Maria Josepha è filla legitima y natural de m. Sebastià Galibardu y Maria m. L'ultima m. sta per muller, cioè moglie. In quel periodo e per lungo tempo non si riportava il cognome della madre, citata col nome di battesimo e con la qualifica di moglie (muller)
Se si vuol conoscere il cognome di Maria bisognerebbe trovare il suo atto di battesimo, o le sue nozze, oppure la cresima dei suoi figli.


Qui l'anno presunto del matrimonio è quello precedente la cresima. Infatti più volte ho trovato bambini cresimati a pochi mesi di vita. In qualche caso si cresimava il giorno della nascita, se il bambino era in pericolo di morte.
Vulpes è un cognome diffuso in Sardegna. Il nome Didaca non si è mantenuto nella discendenza trovata.


Anche in questo caso due liguri provenienti entrambi da Alassio si sposano ad Alghero. Con tutta probabilità Giovanni Agostino è commerciante. I padrini sono quasi tutti liguri, mentre un testimone di nozze è sardo. 



Serafino potrebbe essere figlio di Giuseppe e Didaca Vulpes ma non è certo. Tra i figli della coppia si trovano un frate carmelitano e un sacerdote. E' probabile che questa famiglia si sia estinta.
Dettori è un cognome chiaramente sardo.


I Casu di Alghero erano medici e farmacisti. Casu è un cognome decisamente sardo. La maggior parte dei padrini proviene dalla penisola. 

 Carlo Domenico Garibaldi fu un letterato e un uomo politico. All'ingresso del cimitero di Alghero è collocato un suo busto di marmo.
Il cognome Campagna è scritto alla spagnola, Campana, con un segno sopra la n. E' possibile che il cognome Campana, presente in Sardegna, derivi da una errata lettura di Campagna scritto con grafia iberica.





Filomena Fatacciu potrebbe essere un'altra figlia della coppia.
Efisio potrebbe essere il figlio di Giuseppe Maria Galibardu e di Anna Maria Fancello nato nel 1789.
Teresa, Serafino e Giuseppe Maria potrebbero essere fratelli oppure cugini.


CONTINUA ...

Per altre informazioni: e-mail - tilgio@virgilio.it  - Giovanna Tilocca


giovedì 10 gennaio 2019

Prima del Conte



Sin da quando era nata, forse si era già nel quaternario, aveva capito di essere solo una spiaggetta, e nient'altro. Non era le cascate del Niagara, né il Gran Canyon, né le Grotte di Nettuno. Era solo una spiaggetta. Non aveva grandi sogni, non poteva pensare di avere milioni di entusiastici visitatori anche perché non avrebbe avuto neppure lo spazio per ospitarli. Aveva imparato presto che la vita può essere un inferno se non si riesce a scoprire la magia del sassolino colorato, della conchiglia iridescente, della risacca che ti canta una melodia infinita, e si va invece alla continua ricerca di illusorie mete irraggiungibili.
Ogni giorno stava là, e quasi ogni giorno qualcuno calpestava la sua sabbia. Niente di che, una sabbia fine di colore tendente al grigio perla, qualche roccia che spuntava qua e là, qualche legno corroso dalla salsedine arrivato chissà da dove, l'astracarura, che presso di lei aveva finalmente trovato un luogo dove riposare.



Certo, avrebbe avuto mille ragioni per lamentarsi. Chi le buttava addosso rifiuti e cicche, chi di notte le lasciava sgraditi ricordini che poi olezzavano per ore ed ore... ma poi pensava ai tanti bambini che avevano imparato a nuotare nella vaschetta contornata da una serie di scogli piatti, ricordava i ragazzi che si erano scambiati proprio sulla sua sabbia il primo bacio, e sapeva che molti la amavano tanto da preferirla a tutte le altre.
E di notte, quando le luci dei lampioni del Lungomare la raggiungevano, sembrava un luogo incantato. Dall'alto il suo mare svelava tutte le sue trasparenze, così risaltavano i fondali a tratti sabbiosi, a tratti disegnati dagli scogli allineati e paralleli, strati geologici di un passato silenzioso e intrigante. Quanto le piaceva la luna quando si specchiava nelle sue acque! Le donava tutto il suo argento e la rivestiva di autentici gioielli scintillanti.
Quasi mai arrivavano grandi tempeste, perché si trovava in un posticino riparato. Giusto qualche mareggiata durante l'inverno quando, per la verità, soffriva un po' la solitudine.
Eppure c'era sempre un motivo per sorridere e, se non c'era, se lo inventava. Aveva capito che era decisamente unica e voleva rimanere così come era. Davanti a lei si snodava un tempo vagabondo e lei voleva imparare a conoscere i ritmi del suo andare lento, antico e seducente. Non c'era possibilità di annoiarsi, di piangersi addosso, di deprimersi. Era troppo forte il desiderio di scoprire i misteri della vita per diventarne una vittima.
Non la annoiava il continuo sciacquio del mare, né la infastidivano il freddo e il caldo, né si lamentava della indifferenza di tanti. Nel caleidoscopio del creato trovava infinite seduzioni per stupirsi ogni giorno.
Lei era una spiaggetta, lo sarebbe stata al meglio per tutta la sua vita, era felice di esserlo e nessuno avrebbe potuto toglierle la gioia di esistere.


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domenica 6 gennaio 2019

Natale 1997



Natale 2018




VECCHIE PAGINE DI DIARIO

30 dicembre 1997

Questo dicembre non sa di Natale. Altri pensieri oscurano le luci intermittenti e allontanano le note delle pastorali. Forse non c'è neanche voglia di Natale. Però ho una gran nostalgia di quel mio primo presepe fatto sul tavolo nella sala da pranzo tra l'insofferenza di mamma e l'entusiasmo di zia Giulia. Come brillavano quelle luci piccole piccole tra il muschio appena raccolto nei terreni incolti attorno a casa e le statuine appena comprate!...
Era il 1959. Andavo avanti e indietro per sentire il ticchettio dei miei primi tacchi: un paio di scarpe blu, tanto carine, che non mi stancavo mai di guardarle.
E la carta stellata era lo sfondo della grotta realizzata col sughero mentre mamma brontolava perché avevo sporcato per terra e zia diceva:

No fazzi nienti, abà cun d'un'istrazzu, vi bò assai a ...  Non ricordo più bene come risuonavano quelle parole in sassarese e mi piacerebbe riascoltarle. Mi ritorna ancora la allegra atmosfera dei miei quattordici anni e ripensandoci mi viene da piangere. Mamma, zia, non ci sono più e anche la casa è cambiata. Ci sono solo io e anch'io sono tanto diversa.
Altri tacchi risuonano nelle stanze: tutto cambia ma, forse, qualcosa ritorna. Un gesto, un modo di parlare, un modo di pensare ... chissà, forse uno sguardo o un sorriso che hanno attraversato i secoli per arrivare fino a noi e seminano ancora per i giorni futuri.

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