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domenica 6 gennaio 2019

Natale 1997



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VECCHIE PAGINE DI DIARIO

30 dicembre 1997

Questo dicembre non sa di Natale. Altri pensieri oscurano le luci intermittenti e allontanano le note delle pastorali. Forse non c'è neanche voglia di Natale. Però ho una gran nostalgia di quel mio primo presepe fatto sul tavolo nella sala da pranzo tra l'insofferenza di mamma e l'entusiasmo di zia Giulia. Come brillavano quelle luci piccole piccole tra il muschio appena raccolto nei terreni incolti attorno a casa e le statuine appena comprate!...
Era il 1959. Andavo avanti e indietro per sentire il ticchettio dei miei primi tacchi: un paio di scarpe blu, tanto carine, che non mi stancavo mai di guardarle.
E la carta stellata era lo sfondo della grotta realizzata col sughero mentre mamma brontolava perché avevo sporcato per terra e zia diceva:

No fazzi nienti, abà cun d'un'istrazzu, vi bò assai a ...  Non ricordo più bene come risuonavano quelle parole in sassarese e mi piacerebbe riascoltarle. Mi ritorna ancora la allegra atmosfera dei miei quattordici anni e ripensandoci mi viene da piangere. Mamma, zia, non ci sono più e anche la casa è cambiata. Ci sono solo io e anch'io sono tanto diversa.
Altri tacchi risuonano nelle stanze: tutto cambia ma, forse, qualcosa ritorna. Un gesto, un modo di parlare, un modo di pensare ... chissà, forse uno sguardo o un sorriso che hanno attraversato i secoli per arrivare fino a noi e seminano ancora per i giorni futuri.

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