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martedì 28 maggio 2019

Grazie a Salvini torneremo a importare tegole?



Nel periodo nuragico la ceramica sarda, lavorata a colombino, era di fattura raffinata, originale, e artistica. 



Tutto questo si è perso in seguito a oppressive dominazioni che hanno sistematicamente distrutto la produttività e l'inventiva dei Sardi.
Secondo quanto afferma Alberto della Marmora i Sardi dell'Ottocento non erano autonomi neppure per la produzione del vasellame più comune.

 Egli riporta che nell'Isola si produceva vasellame grossolano in quantità assolutamente insufficiente al fabbisogno, per cui ci si riforniva, anche per gli utensili meno raffinati, da Napoli e dalla riviera di Genova. Le tegole per i tetti arrivavano da Genova e da Marsiglia, pur avendo la Sardegna abbondante materia prima per la loro produzione1. Certo i produttori e i mercanti delle coste tirreniche potevano contare su una fonte sicura di reddito, ma tutto ciò andava a danno degli abitanti dell'Isola che erano costretti a comprare ciò che ormai non erano più in grado di realizzare. Evidentemente questa situazione era alimentata dal potere politico che lucrava sulla inattività dell'Isola.

Oggi la ceramica sarda ha raggiunto alti livelli artistici molto apprezzati dovunque, segno che l'arretratezza dell'Isola non era assolutamente da imputare alla scarsa capacità tecnica e imprenditoriale dei Sardi, ma era figlia di una politica miope e repressiva tesa a distruggere l'economia dei vari territori e ad impedire l'utilizzo delle risorse locali.





La mia riflessione è che se nel paese si portano avanti politiche divisive le quali, anziché valorizzare le risorse dei singoli territori, pensano a fare il conto della serva, torneremo ai periodi bui, che si sono protratti fino al Settecento e all'Ottocento, quando le regioni periferiche erano tenute in soggezione economica per poterle sfruttare meglio a vantaggio dei territori più vicini ai centri del potere.

 Costretti a procedere per questo triste percorso imposto, come sempre, da chi pensa soltanto a far prosperare l'orticello di casa propria, torneremo dunque a comprare le tegole e quant'altro, mentre l'arte, la creatività, la sapienza faticosamente riconquistate dai Sardi saranno di nuovo sepolte sotto cumuli di divieti a crescere.
 Grazie, Italia!

1 A. della Marmora, Viaggio nell'Isola di Sardegna, Vol I, 1839, Ristampa Edizioni della Fondazione il Nuraghe, Cagliari, 1926, p.354.


Le immagini sono pubblicate nel sito:

https://it.images.search.yahoo.com/search/images?p=ceramica+nuragica+sardara&fr=mcafee&imgurl=https%3A%2F%2Fwww.sardegna.com%2Fit%2Fblog%2Fwp-content%2Fuploads%2F2010%2F11%2FCeramiche-artistiche-Sardegna1-500x375.jpg#id=341&iurl=https%3A%2F%2Fi.pinimg.com%2F736x%2F66%2F24%2Fef%2F6624ef69a0a7e7926746cd55642e2942.jpg&action=close


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