SOCIETÀ
OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO
UNO SPAZIO
CHE RACCHIUDE UNA PARTE DEL NOSTRO PASSATO
Sempre più
spesso nel centro storico di Alghero si vedono gruppi di turisti che
ascoltano la loro guida mentre espone la storia della città e delle
sue costruzioni. Penso che anche a noi cittadini algheresi non
farebbero male delle visite guidate alla città perché, nonostante
siamo convinti di conoscere il luogo dove viviamo, a volte abbiamo
delle grosse e inaspettate sorprese. Allora ci chiediamo:- Ma dove
siamo vissuti fino ad ora?
È la
domanda che mi sono posta durante una visita alla Società Operaia di
Mutuo Soccorso che occupa una parte dei locali dell'antico ospedale
di Sant'Antonio Abate con ingresso dai Bastioni e da Via Cavour n°
61.
Mi sono
subito trovata in un ambiente dove si respira un'aria Ottocentesca
che però sa anche di Duemila. Le pareti trasudano la storia d'Italia
del 1800 con i ritratti di coloro che si sono trovati a gestire la
transizione che ha condotto, nel bene e nel male, a creare il Regno
d'Italia. Vediamo anche importanti documenti e stampe di epoca
fascista e, per finire, ci troviamo immersi nel nostro tempo quando
veniamo a sapere che la Società è in contatto con alcune scuole per
attività culturali e per attività ludiche come gli scacchi.
Stupisce
pensare che nello spazio di una saletta del centro storico si possano
trovare tante interessanti testimonianze della storia algherese e che
tali documenti siano pressoché misconosciuti. Il sito è visitabile
nel circuito Monumenti Aperti e questo è già un primo passo per
iniziare a scoprirne le valenze documentali.
La storia
ufficiale della Società ad Alghero inizia nel 1883 quando viene
fondata. Dal suo Statuto veniamo a saper che, tra gli scopi, aveva
quello di dare sussidi e aiuti ai soci in caso di “malattia, di
impotenza al lavoro o di vecchiaia” e di aiutare i soci per
l'acquisto degli attrezzi del loro mestiere. (art. 2)
Per
diventare soci occorreva appartenere “al ceto degli artigiani,
agricoltori, pastori, marinai, ortolani ed operai di qualsiasi
genere” ed essere di età compresa tra i 18 e i 60 anni. (art. 4).
I fondi dei
quali la società disponeva provenivano dalle quote di ammissione
alla società (12 lire da pagare in 12 rate mensili), dalle quote
mensili dei soci che andavano dalle 4 lire per i più giovani alle 30
lire per i più anziani (art. 60-61-62), e dalla beneficenza.
La
fondazione della Società si inquadra in un periodo di maggior
sollecitudine verso le situazioni di disagio da parte delle classi
più abbienti In città nella seconda metà dell'Ottocento diverse
persone benestanti si mostravano sensibili e facevano cospicui
lasciti a beneficio dell'ospedale, dell'asilo appena istituito e del
Laboratorio femminile. C'era un'attenzione particolare per le
precarie condizioni del popolo e, come scriveva Francesco Serra,
presidente della Congregazione di Carità algherese, “venire
in soccorso della povera umanità languente è un’opera fra le più
meritorie, e lodevole in Paesi civilizzati; in ogni tempo ed ovunque
si pensa alacremente ai pubblici stabilimenti di ricovero per i
poveri infermi, nello scopo di migliorarne le condizioni, per
favorirli sotto ogni rispetto”.1
La
Società di Mutuo Soccorso aveva punti di contatto con altre realtà
cittadine come la Massoneria e la Banda Musicale.
La
Banda Musicale algherese è nata nel 1862. Vi suonava Andrea Dalerci, ex garibaldino
e tamburino delle truppe comandate da Garibaldi. Nel 1891 la Banda ha preso il nome di Banda della
Società di Mutuo Soccorso e nel 1968 è diventata Associazione Banda Musicale Antonio Dalerci in onore di Dalerci che è stato capo della Banda Musicale oltre che autore di numerose canzoni algheresi tra cui la
più famosa è Alghé mia.
Negli anni
settanta del Novecento, con la nascita dell'assistenza medica
nazionale, si esaurisce la funzione assistenziale della Società
Operaia, ma l'associazione è andata avanti con finalità più
propriamente culturali. Nella sede vi si tengono riunioni settimanali
e si organizzano attività a favore dei soci e delle scuole.
La storia
del sodalizio è raccontata in una pubblicazione edita nel 2013 per
celebrare i 130 anni del Mutuo Soccorso, a cura di Massimiliano Fois
e di Raffele Sari Bozzolo.
Il libro
approfondisce lo sviluppo dell'assistenza nell'Ottocento ed evidenzia
problematiche mai risolte tra la forza del potere economico-politico
(e non politico-economico) e la forza delle masse. Viene in mente un
passaggio del romanzo Germinal di Zola che riporto di seguito:
"Ma
si può aumentare il salario? La legge bronzea lo blocca al minimo
indispensabile, giusto il necessario perché gli operai mangino pane
secco e facciano bambini... Se scende troppo, gli operai crepano e la
domanda di nuova manodopera lo fa salire di nuovo. Se sale troppo,
l'offerta troppo alta lo fa abbassare .. E' l'equilibrio delle pance
vuote, la condanna perpetua all'inferno della fame."2
Questa
teoria della legge bronzea ha avuto molta importanza nell'Ottocento.
Quando nel Novecento si è visto che i salari potevano salire e che
le condizioni di vita degli operai potevano migliorare la teoria è
stata abbandonata. Ma temo che oggi stia tornando di moda.
Arco
che faceva parte dell'originaria struttura dell'edificio
Ed
ora allontaniamoci da questi aspetti poco piacevoli dei nostri tempi
per lasciarci coinvolgere da quell'ambiente così accogliente e ricco
di spunti che è la sede della Società Operaia del Mutuo Soccorso
che ci fa credere alla possibilità dell'esistenza di un mondo
migliore, attento e sensibile ai valori della solidarietà.
1.
Asca 848/48/27 Lettera del 19 aprile 1869 al Regio Commissario per
la città di Alghero
2. E.
Zola, Germinal, Oscar Mondadori 2010, pag. 144
Pubblicato sul mensile L'Isolano nel dicembre 2015
Per commenti e messaggi:
tilgio@virgilio.it
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