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lunedì 18 gennaio 2016

Società Operaia di Mutuo Soccorso ad Alghero



SOCIETÀ OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO
UNO SPAZIO CHE RACCHIUDE UNA PARTE DEL NOSTRO PASSATO


Sempre più spesso nel centro storico di Alghero si vedono gruppi di turisti che ascoltano la loro guida mentre espone la storia della città e delle sue costruzioni. Penso che anche a noi cittadini algheresi non farebbero male delle visite guidate alla città perché, nonostante siamo convinti di conoscere il luogo dove viviamo, a volte abbiamo delle grosse e inaspettate sorprese. Allora ci chiediamo:- Ma dove siamo vissuti fino ad ora?
È la domanda che mi sono posta durante una visita alla Società Operaia di Mutuo Soccorso che occupa una parte dei locali dell'antico ospedale di Sant'Antonio Abate con ingresso dai Bastioni e da Via Cavour n° 61.
Mi sono subito trovata in un ambiente dove si respira un'aria Ottocentesca che però sa anche di Duemila. Le pareti trasudano la storia d'Italia del 1800 con i ritratti di coloro che si sono trovati a gestire la transizione che ha condotto, nel bene e nel male, a creare il Regno d'Italia. Vediamo anche importanti documenti e stampe di epoca fascista e, per finire, ci troviamo immersi nel nostro tempo quando veniamo a sapere che la Società è in contatto con alcune scuole per attività culturali e per attività ludiche come gli scacchi.

Stupisce pensare che nello spazio di una saletta del centro storico si possano trovare tante interessanti testimonianze della storia algherese e che tali documenti siano pressoché misconosciuti. Il sito è visitabile nel circuito Monumenti Aperti e questo è già un primo passo per iniziare a scoprirne le valenze documentali.

La storia ufficiale della Società ad Alghero inizia nel 1883 quando viene fondata. Dal suo Statuto veniamo a saper che, tra gli scopi, aveva quello di dare sussidi e aiuti ai soci in caso di “malattia, di impotenza al lavoro o di vecchiaia” e di aiutare i soci per l'acquisto degli attrezzi del loro mestiere. (art. 2)
Per diventare soci occorreva appartenere “al ceto degli artigiani, agricoltori, pastori, marinai, ortolani ed operai di qualsiasi genere” ed essere di età compresa tra i 18 e i 60 anni. (art. 4).
I fondi dei quali la società disponeva provenivano dalle quote di ammissione alla società (12 lire da pagare in 12 rate mensili), dalle quote mensili dei soci che andavano dalle 4 lire per i più giovani alle 30 lire per i più anziani (art. 60-61-62), e dalla beneficenza.
La fondazione della Società si inquadra in un periodo di maggior sollecitudine verso le situazioni di disagio da parte delle classi più abbienti In città nella seconda metà dell'Ottocento diverse persone benestanti si mostravano sensibili e facevano cospicui lasciti a beneficio dell'ospedale, dell'asilo appena istituito e del Laboratorio femminile. C'era un'attenzione particolare per le precarie condizioni del popolo e, come scriveva Francesco Serra, presidente della Congregazione di Carità algherese, “venire in soccorso della povera umanità languente è un’opera fra le più meritorie, e lodevole in Paesi civilizzati; in ogni tempo ed ovunque si pensa alacremente ai pubblici stabilimenti di ricovero per i poveri infermi, nello scopo di migliorarne le condizioni, per favorirli sotto ogni rispetto”.1
La Società di Mutuo Soccorso aveva punti di contatto con altre realtà cittadine come la Massoneria e la Banda Musicale.
La Banda Musicale algherese è nata nel 1862. Vi suonava Andrea Dalerci, ex garibaldino e tamburino delle truppe comandate da Garibaldi. Nel 1891 la Banda ha preso il nome di Banda della Società di Mutuo Soccorso e nel 1968 è diventata Associazione Banda Musicale Antonio Dalerci in onore di Dalerci che è stato capo della Banda Musicale oltre che autore di numerose canzoni algheresi tra cui la più famosa è Alghé mia
Negli anni settanta del Novecento, con la nascita dell'assistenza medica nazionale, si esaurisce la funzione assistenziale della Società Operaia, ma l'associazione è andata avanti con finalità più propriamente culturali. Nella sede vi si tengono riunioni settimanali e si organizzano attività a favore dei soci e delle scuole.
La storia del sodalizio è raccontata in una pubblicazione edita nel 2013 per celebrare i 130 anni del Mutuo Soccorso, a cura di Massimiliano Fois e di Raffele Sari Bozzolo.
Il libro approfondisce lo sviluppo dell'assistenza nell'Ottocento ed evidenzia problematiche mai risolte tra la forza del potere economico-politico (e non politico-economico) e la forza delle masse. Viene in mente un passaggio del romanzo Germinal di Zola che riporto di seguito:
"Ma si può aumentare il salario? La legge bronzea lo blocca al minimo indispensabile, giusto il necessario perché gli operai mangino pane secco e facciano bambini... Se scende troppo, gli operai crepano e la domanda di nuova manodopera lo fa salire di nuovo. Se sale troppo, l'offerta troppo alta lo fa abbassare .. E' l'equilibrio delle pance vuote, la condanna perpetua all'inferno della fame."2
Questa teoria della legge bronzea ha avuto molta importanza nell'Ottocento. Quando nel Novecento si è visto che i salari potevano salire e che le condizioni di vita degli operai potevano migliorare la teoria è stata abbandonata. Ma temo che oggi stia tornando di moda.

Arco che faceva parte dell'originaria struttura dell'edificio

Ed ora allontaniamoci da questi aspetti poco piacevoli dei nostri tempi per lasciarci coinvolgere da quell'ambiente così accogliente e ricco di spunti che è la sede della Società Operaia del Mutuo Soccorso che ci fa credere alla possibilità dell'esistenza di un mondo migliore, attento e sensibile ai valori della solidarietà.

1. Asca 848/48/27 Lettera del 19 aprile 1869 al Regio Commissario per la città di Alghero
2. E. Zola, Germinal, Oscar Mondadori 2010, pag. 144

Pubblicato sul mensile L'Isolano nel dicembre 2015

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