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lunedì 19 settembre 2011

L'indagine

L’idea di avviare l’indagine è nata dai sondaggi che si fanno a scuola per verificare la provenienza degli alunni, prima di attivare interventi di recupero delle lingue minoritarie come prevedono particolari progetti. Personalmente mi servivo di tale metodo e mi sorgeva spontanea la curiosità di sapere quali risultati avrei ottenuto se avessi rivolto l'indagine a molti più alunni.
Occorreva però attendere un’occasione favorevole per proporre un questionario agli alunni delle diverse istituzioni scolastiche. Il progetto “Alghero tra mito e storia” si prestava alla proposta di un’indagine a vasto raggio, visto che era in rete e collegava le varie istituzioni scolastiche. Si è trattato dunque di passare dalla dimensione classe alla dimensione scuole, con il relativo impegno di affrontare un’organizzazione più complessa.
Il questionario in pratica era già pronto in quanto era stato da me  predisposto e collaudato ai tempi del primo approccio con il problema. Avevo individuato come elementi importanti il luogo di nascita dei familiari ed il loro grado  di competenza nella comprensione, nella comunicazione orale e nella lettura delle due lingue minoritarie.
Per la verità il primo questionario (anno 1985) era focalizzato sull'algherese ed aveva una sola domanda sulla lingua sarda. In seguito mi sono resa conto della sua importanza all'interno delle famiglie ed ho voluto darle lo stesso spazio dato all'algherese.
Per quanto riguarda la provenienza delle famiglie, l’interesse è scaturito dalle osservazioni sulla composizione delle famiglie dei miei alunni. Più si andava indietro nel tempo, più si trovavano località differenti da Alghero nei luoghi di nascita di nonni e bisnonni.
Per ovvi motivi nella presente indagine mi sono limitata al luogo di nascita dei nonni, ma sarebbe stato interessante tornare ancora più indietro, ai primi decenni del novecento. I dati avrebbero rivelato una ancor minore provenienza algherese dei nuclei familiari. 
Il dato della provenienza, tra tutte le domande del questionario, è il più oggettivo. E’ un punto fermo ed incontestabile. Non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda i livelli di competenza. Infatti il capire, parlare e leggere “molto” o “poco” è soggettivo, è una valutazione che può variare da individuo a individuo, e non ci dà un’informazione certa. Tuttavia dobbiamo fidarci di quanto è scritto nei questionari. Ho notato comunque che le affermazioni sono coerenti sia con il luogo si nascita, sia tra di loro. In altri termini non è mai risultato che ad una scarsa comprensione corrispondesse una buona comunicazione orale, o una discreta capacità nella lettura.
Ho potuto constatare con piacere che i questionari sono stati compilati con cura, anche se purtroppo su qualcuno non ho trovato notizie dei nonni. Questo fatto ha reso meno completo il dato della provenienza, come si potrà vedere dalle tabelle e dai grafici.

Il calcolo delle percentuali è stato fatto inserendo nei totali anche i nonni non residenti ed i fratelli che non ci sono, nelle famiglie con un figlio unico. Ho scelto questa modalità poiché volevo che dai dati risultasse qual era effettivamente l’ambiente linguistico della famiglia. Se avessi escluso quei familiari non presenti ad Alghero avrei ottenuto un dato più alto di competenza dei nonni, ma avrei falsato la situazione reale  esistente in ogni nucleo familiare. 
In un secondo tempo ho anche tabulato i dati finali che riguardano il totale dei questionari compilati (1020) con l’esclusione dei non residenti, per poter verificare il grado di comprensione, produzione e fruizione delle lingue minoritarie da parte di chi abita in città. 
I dati forniti dai questionari sono veramente molti, anche se non tutti sono stati analizzati.
Ad esempio un altro dato ricavabile dalle tabelle è quello relativo alle persone che capiscono, parlano e leggono le due lingue, oltre all'italiano. 
Nelle tabelle intermedie che riguardano le singole scuole si può vedere chi è trilingue,  nella colonna “algherese e sardo”. 
Di questo dato è stata fatta la tabulazione finale (1020 questionari). 
Comunque è facile sapere quanti hanno la conoscenza di algherese e sardo in quanto, come già detto, lo si può ricavare dalle tabelle relative alle scuole prese singolarmente.
Di seguito si può vedere il questionario sottoposto agli alunni e studenti delle scuole di Alghero.




Numerose scuole hanno risposto all’iniziativa ed in totale ho potuto tabulare 1020 questionari. Considerando che ciascun questionario riporta la situazione di otto persone si può dire che ho raccolto i dati di 6819 abitanti di Alghero. Infatti mancano nel conto i 1117 familiari non residenti, ed i 224 fratelli delle famiglie con un unico figlio.
Il mio lavoro è consistito nel tabulare i dati, calcolare le relative percentuali e predisporre i grafici al computer mantenendo la divisione delle scuole che hanno partecipato all'indagine. In altri termini ciascuna scuola elementare, media e superiore ha le proprie tabelle, percentuali e grafici.
In seguito ho riunito in  un’unica  tabella i dati  dei 338 questionari  delle scuole elementari, in un’altra i dati dei 276 questionari delle  scuole medie , ed in una terza tabella quelli dei 406 questionari delle scuole superiori.
Infine è arrivato il momento di riunire le tre tabelle in un unico prospetto di 1020 questionari.


ANALIZZIAMO I DATI

Inizia ora la presentazione dei grafici. Il primo riguarda il luogo di nascita di alunni e familiari di tutte le scuole esaminate. La prima colonna riguarda Alghero, la seconda i centri della Sardegna (un’altissima percentuale proviene dal circondario e dalla provincia di Sassari), la terza le località della penisola, la quarta e la quinta riportano città europee ed extraeuropee.
Nella colonna “non risponde” sono compresi anche i fratelli che non ci sono, nelle famiglie con un figlio unico. Siccome il dato riguardava il luogo di nascita, sono compresi anche i nonni non residenti.
I seguenti dati sono relativi al dato globale, di tutte le scuole esaminate e riportano tutti i 1020 questionari.

TABELLA N° 1


GRAFICO N° 1


Il grafico n° 1 mostra chiaramente come si pareggino le provenienze dei nonni tra la nascita ad Alghero e in altri centri sardi. I genitori algheresi (60 %) sono più del doppio di quelli nati fuori Alghero (27,5 %)

In realtà la situazione è subito risultata chiara fin dalle prime tabulazioni in quanto, pur con qualche differenza riscontrabile  nei vari quartieri, sostanzialmente abbiamo una provenienza dei nonni al 39,5% da Alghero e al 50,25% da altre località. Purtroppo il 10,25% non ha risposto e la situazione rimane un po’ indefinita.
Per i genitori abbiamo il dato completo e risulta che il 60% è nato ad Alghero, mentre il 40% proviene da altri paesi e città. I figli sono nati ad Alghero nell' 83% delle famiglie. C’è anche un 17% che è nato fuori Alghero, ma in gran parte si tratta di luoghi dove il bambino è soltanto nato.



CHI CAPISCE L'ALGHERESE E IL SARDO


GRAFICO N° 2


Un dato di sicuro interesse è quello relativo alla colonnina del "niente" che appare molto contenuta negli adulti (9,5%) e non molto alta nei figli (2,5%). Ciò significa che la maggioranza di residenti capisce almeno "poco" l'algherese. Su quattro alunni uno lo capisce "molto", due "poco" e uno "niente".
Nei genitori la comprensione è buona nel 62,5%, è "poco" buona nel 23 %, ed è inesistente nell'11%. Il dato dei nonni appare incompleto visto l'alto numero dei non residenti e di chi non risponde (44 %). Tra i residenti la percentuale di comprensione è alta.


TABELLA N° 3

GRAFICO N° 3


Una buona comprensione del sardo è presente in tutte le età, con percentuali differenti. Il più competente appare il padre, con il 39%. Il 36% degli alunni lo capisce "molto" o "poco"



CHI PARLA L'ALGHERESE E IL SARDO

TABELLA N° 4


GRAFICO N° 4


In questo grafico riassuntivo che presenta la situazione di tutte le scuole esaminate si nota chiaramente tra gli adulti una situazione abbastanza omogenea nella capacità di parlare l'algherese. Ciò significa che le differenze riscontrate tra nonni e genitori nelle varie scuole si sono qui compensate le une con le altre. La madre ha mantenuto l'ultima posizione, ed il padre ha un solo punto percentuale in più della nonna materna.
Gli adulti parlano "molto" l'algherese al 39 %,  percentuale che ritroviamo negli alunni che, "poco" o "molto" , si esprimono nella lingua minoritaria (39 %).


TABELLA N° 5


GRAFICO N° 5


Si ripresenta anche qui una situazione livellata tra gli adulti. La loro buona competenza linguistica attiva nei confronti del sardo si attesta sul 22%. Qui, nonostante l'alto numero dei non residenti, i nonni superano i genitori, seppure di poco. La colonnina del "niente" va crescendo dai nonni verso gli alunni; il suo valore va dal 23% dei nonni paterni al 74% degli alunni.



CHI LEGGE L'ALGHERESE E IL SARDO


TABELLA N° 6

GRAFICO N° 6


Tra gli adulti, il 12% legge "molto" l'algherese e il 20% lo legge "poco". La competenza degli alunni appare molto limitata, in quanto solo il 4% lo sa leggere bene, e il 16% afferma di avere scarsa dimestichezza con la lettura degli scritti algheresi. Il 74% poi non lo legge per niente.


TABELLA N° 7


GRAFICO N° 7


La percentuale di adulti che leggono il sardo è inferiore ai valori dell'algherese. Infatti il 10%  legge "molto" il sardo, e il 12% lo legge "poco".


ALTRE CONSIDERAZIONI


Il 27% dei nonni non risiede ad Alghero e quindi non è rientrato nella tabulazione dei dati sulla competenza nelle lingue, che riguardava solo i residenti. Tra i nonni che risiedono in città ho riscontrato un’ottima capacità di comprensione, una buona competenza nella comunicazione orale ed un certo interesse alla lettura.
Mi ha sorpreso il fatto che tra i genitori il padre ha, in una percentuale quasi sempre superiore alla madre, una notevole dimestichezza con entrambe le lingue sia per quanto riguarda il capire e sia per il parlare.
Le madri invece tendono ad abbandonare l’algherese e il sardo.

I questionari si rivelano ricchi di altre informazioni. Infatti è interessante controllare le date di trasferimento delle famiglie ad Alghero. Il flusso migratorio si presenta molto distribuito nel tempo. C’è stato un incremento negli anni sessanta ed infine si nota uno stabilizzarsi negli ultimi trent'anni con un continuo numero di arrivi, anche se più rallentato, fino al 2001.
Un altro dato che si ricava è quello delle famiglie con un figlio unico. Sono risultate 224 su 1020, quasi il 23%.

L’indagine ha richiesto sette mesi di assiduo e costante lavoro. I dati sono stati tabulati e calcolati senza particolari formule statistiche e riportano la situazione così come si presenta nei questionari.
Ritengo che una sua validità importante sia quella che riguarda la provenienza delle famiglie. Un altro elemento significativo è connesso con la presenza dei dati sull'uso della lingua sarda accanto all'algherese, oppure da sola.
E credo che i dati raccolti siano uno specchio sufficientemente fedele della situazione linguistica cittadina nel momento in cui si festeggiano i novecento anni della sua vita.


Forse, più avanti nel tempo, tra venti, trent'anni, potrà essere un utile parametro per fare raffronti e per verificare il processo di evoluzione delle lingue minoritarie ad Alghero.


Con questo pensiero chiudo l’indagine e mi auguro che, pur nel naturale procedere del tempo, qualcosa resti del passato perché sia di indirizzo e guida per il futuro.

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