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lunedì 19 settembre 2011

Alghero - Storia e lingua

Storia e lingua

Come tutte le città della costa, Alghero è luogo d’immigrazione. Fin dalle più lontane epoche molte genti sono approdate ai suoi lidi e vi hanno trovato ospitalità.
Inizialmente popolato centro neolitico ed eneolitico, ha conosciuto un periodo nuragico molto florido ed è stato scelto per insediamenti in periodo romano e medievale. Il suo destino è stato quello di divenire una piazzaforte genovese duramente contesa tra il Giudice d’Arborea ed il re d’Aragona. Il sogno dei Sardi di rendersi indipendenti ed autonomi inizia a dissolversi con la caduta di Alghero in mani catalano-aragonesi. Gli abitanti del borgo sono costretti ad abbandonare alla svelta le loro case e ad andare, profughi, in altri centri. E’ passato molto tempo da allora, ma il ricordo di quello straziante dolore resta vivo in chi conosce gli eventi e vuole far chiarezza sulla propria identità. Da allora inizia per noi sardi un periodo di servitù straniera che ben presto coinvolgerà tutta l’isola. Questa è la storia.
Ma a noi ora interessano le conseguenze che tale dominazione ha determinato nella nostra città. I catalano-aragonesi, giunti per ripopolarla dopo aver scacciato i residenti, ed hanno fatto echeggiare una nuova lingua negli stretti vicoli del piccolo centro marinaro.


Senza il pesante intervento dello stato e della scuola che, come abbiamo visto, nel corso del novecento hanno inteso eliminare le parlate locali, la lingua algherese avrebbe continuato il suo percorso evolutivo con l’acquisizione dei termini necessari alle odierne esigenze comunicative imposte da uno sviluppo tecnologico tale da rendere inadeguate persino le lingue nazionali, e con la perdita del lessico relativo a mestieri e attività ormai scomparsi.
Pensare di riprendere la lingua algherese dei primi del novecento è fatto anacronistico ed antistorico. Nessuno di noi userebbe oggi l’italiano delle origini e nemmeno quello del 1800. E’ ben noto che la funzione di una lingua è quella di comunicare, ed il requisito fondamentale di una comunicazione è la completezza e chiarezza del messaggio nei confronti dei destinatari.
Una lingua funzionale è quella che riesce ad assolvere al meglio le esigenze comunicative della società di appartenenza. L’evoluzione di una lingua è parallela allo sviluppo del suo contesto economico, sociale, politico e non credo che possa esistere un meccanismo differente.


Dice J.L. Aranguren* “ Sono i popoli che fanno la storia quelli che, in virtù di questo inserimento della lingua nel fare, inventano le parole convenienti alle loro azioni”.
Agli altri, quelli che non fanno la storia, non rimane che prendere queste parole e adattarle alle proprie esigenze comunicative con vari meccanismi.
Lascio ora queste considerazioni, sicuramente interessanti e meritevoli di ulteriori sviluppi in altra sede, per entrare nel vivo dell’argomento trattato.

Tra tutti i dati emersi dall’indagine, sono abbastanza eloquenti quelli che riguardano la consistenza dell’immigrazione. Tuttavia desidero sia chiaro che non attribuisco a questo dato una causa determinante dell’abbandono dell’algherese. Ho già detto che Alghero è sempre stata centro d’immigrazione, e ha comunque mantenuto la sua parlata. Posso però precisare che sicuramente questo è un dato che, in una situazione critica, ha la sua importanza. Infatti analizzando le poche famiglie dove anche i nonni sono nati ad Alghero, si riscontra una maggiore competenza anche da parte dei figli, almeno per quanto riguarda la comprensione della lingua.







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