VOTAZIONI AD ALGHERO 2012
16 aprile 2012
Ad Alghero ci saranno a giugno le elezioni comunali. Tenendo conto della situazione della Sardegna e dell'Italia mi sento di fare alcune considerazioni.
Chi vota
firma la sua condanna e quella dell'Italia. In questa situazione, con questa
legge elettorale, il voto ha valore di complicità con l'oligarchia che si è
instaurata al potere. L'Italia non è più una repubblica democratica fondata sul
lavoro, ma è diventata una oligarchia fondata sulle
truffe.
Gli
analfabeti firmavano con una croce. Quella croce che l'elettore va a tracciare
sulla scheda sarà la firma per la sua condanna e di conseguenza sarà l'avallo
della consegna del paese ai malfattori. Il governo tecnico non è riuscito a dare
una sterzata che ci allontanasse dal baratro. Se non ci aiutiamo noi con l'unico
modo che abbiamo per farci sentire, non possiamo più sperare in niente.
So
benissimo che gli italiani, coscienti o incoscienti dei danni futuri, andranno
al macello perché prevarrà come sempre l'individualità e ciascuno farà ciò che
pensa vantaggioso per sé. Il favore dell'amico, del parente, non si sa mai nella vita
... Forse un giorno capirà che con il suo voto è stato complice della casta che
vuole solo una cosa: mantenere il predominio su una massa di sottoposti da strizzare fino al'ultimo goccio, per
gestire le risorse del paese a proprio esclusivo e totale vantaggio.
Se vogliamo bene a noi stessi, ad Alghero, alla Sardegna e all'Italia, dobbiamo astenerci dal voto. Anche votare Grillo o di Pietro è nocivo perché dobbiamo cambiare le regole, non dare forza alla protesta pura e semplice. Dobbiamo ottenere politici non stipendiati (con rimborso delle spese scontrinate e fatturate) che rimangano in carica il meno possibile e non superino i cinque anni di mandato e mai più rieleggibili. Dobbiamo ottenere politici responsabili delle loro azioni penalmente e civilmente, come un qualsiasi cittadino. In parole povere dobbiamo rifare le regole e occorre prima di tutto che ci liberiamo da questa angosciante zavorra che ci sta portando a fondo in maniera del tutto consapevole. Il potere appartiene al popolo. Riprendiamoci questo potere e chiediamo innanzitutto che venga scritta una nuova Costituzione in linea con i tempi. Che cosa aspettiamo a fare il bene del paese?
LA CRISI DEL SISTEMA
Analizzando più a fondo la situazione osservo che ci sono due cause della profonda e irresolvibile crisi: il fattore esterno che dipende dalle speculazioni finanziarie di chi si arricchisce sui nostri debiti, e il fattore interno che è dato da una classe politica che, vista la mala parata, sta pensando a ramazzare tutto il possibile prima che non ce ne sia più per nessuno.
Noi non possiamo controllare la finanza internazionale ma possiamo esigere che il peso del debito pubblico (fatto dai "padri della patria") ricada su tutti e non solo sui ceti medi e medio-bassi. e siccome i politici non hanno mollato un solo emolumento, né un solo privilegio e stanno dando ampia prova di mala fede, abbiamo il preciso dovere di stopparli, di cacciarli e di scrivere nuove regole che affidino il potere a cittadini/e (uomini e donne in ugual numero) che, per breve tempo, in pieno volontariato, lo esercitino come servizio sociale. Anche se ruberanno, lo faranno per poco tempo e non avranno modo di acquisire tutte le tecniche del furto dei nostri soldi. Fare l'amministratore pubblico o il legislatore non è un posto di lavoro, è un onorevole servizio reso alla comunità.
Sono sicura che ci sarebbe la fila di volontari/ie per tale servizio. Perché, e lo dico con seria convinzione, in Italia ci sono milioni di persone oneste, capaci, responsabili, in grado di prendere decisioni, molto più di questa massa di malfattori che hanno trovato tutte le strategia per non mollare più la sedia che vanno a scaldare in parlamento (vedi legge elettorale porcellum).
Se vogliamo bene a noi stessi, ad Alghero, alla Sardegna e all'Italia, dobbiamo astenerci dal voto. Anche votare Grillo o di Pietro è nocivo perché dobbiamo cambiare le regole, non dare forza alla protesta pura e semplice. Dobbiamo ottenere politici non stipendiati (con rimborso delle spese scontrinate e fatturate) che rimangano in carica il meno possibile e non superino i cinque anni di mandato e mai più rieleggibili. Dobbiamo ottenere politici responsabili delle loro azioni penalmente e civilmente, come un qualsiasi cittadino. In parole povere dobbiamo rifare le regole e occorre prima di tutto che ci liberiamo da questa angosciante zavorra che ci sta portando a fondo in maniera del tutto consapevole. Il potere appartiene al popolo. Riprendiamoci questo potere e chiediamo innanzitutto che venga scritta una nuova Costituzione in linea con i tempi. Che cosa aspettiamo a fare il bene del paese?
LA CRISI DEL SISTEMA
Analizzando più a fondo la situazione osservo che ci sono due cause della profonda e irresolvibile crisi: il fattore esterno che dipende dalle speculazioni finanziarie di chi si arricchisce sui nostri debiti, e il fattore interno che è dato da una classe politica che, vista la mala parata, sta pensando a ramazzare tutto il possibile prima che non ce ne sia più per nessuno.
Noi non possiamo controllare la finanza internazionale ma possiamo esigere che il peso del debito pubblico (fatto dai "padri della patria") ricada su tutti e non solo sui ceti medi e medio-bassi. e siccome i politici non hanno mollato un solo emolumento, né un solo privilegio e stanno dando ampia prova di mala fede, abbiamo il preciso dovere di stopparli, di cacciarli e di scrivere nuove regole che affidino il potere a cittadini/e (uomini e donne in ugual numero) che, per breve tempo, in pieno volontariato, lo esercitino come servizio sociale. Anche se ruberanno, lo faranno per poco tempo e non avranno modo di acquisire tutte le tecniche del furto dei nostri soldi. Fare l'amministratore pubblico o il legislatore non è un posto di lavoro, è un onorevole servizio reso alla comunità.
Sono sicura che ci sarebbe la fila di volontari/ie per tale servizio. Perché, e lo dico con seria convinzione, in Italia ci sono milioni di persone oneste, capaci, responsabili, in grado di prendere decisioni, molto più di questa massa di malfattori che hanno trovato tutte le strategia per non mollare più la sedia che vanno a scaldare in parlamento (vedi legge elettorale porcellum).
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